sabato 24 marzo 2012

MONTESSORI: Perle di saggezza



Quando andavo alla scuola materna avevo delle maestre eccezionali. Dolcissime.
Che ci hanno fatto disegnare, giocare, creare biglietti per la festa della mamma e del babbo, recitare (dovrei ancora avere da qualche parte, a casa di mia madre, un costume da coccinella), registrare canzoni, rotolarci nella sabbia, vivisezionare lombrichi (questo sinceramente non credo lo sapessero), raccontare storie*…
Sono state una delle parti più belle della mia infanzia, tanto che ogni volta che le incontro mi viene voglia di abbracciarle.

E, adesso che c’è Tommaso e con lui mille dubbi sulle mie capacità educative, ogni volta che le incontro m’informo e prendo appunti su cosa proporgli, come stimolarlo, a che età, eccetera.

Per cui, con la consulenza diretta della mia maestra Sandra, oggi proponiamo a tutti i genitori di bambini dai 18 mesi in su, un’attività d'ispirazione montessoriana che stimola manualità, pazienza, e che – manna dal cielo – li terrà impegnati un sacco di tempo: infilare le perle.

Noi abbiamo usato semplicemente un laccio delle scarpe a cui abbiamo “irrigidito” un’estremità fasciandola con lo scotch (in modo che non si “afflosci”) e delle grosse perle di legno prese da un gioco Ikea che non ha mai riscosso troppo successo. In alternativa si possono creare delle "perle" ritagliando delle forme nel compensato e bucandole al centro.
All’inizio eravamo noi a tenere il filo e Tommaso infilava soltanto le perle**; pian piano ha acquistato sicurezza e ora fa tutto da solo.

Spero che l’idea vi sia piaciuta e che piaccia anche ai vostri bambini… in caso affermativo, nelle vostre preghierine serali, insieme alla Montessori e Santa Pupa, ringraziate anche la maestra Sandra!


* Modestamente ero un drago a farlo. Sapevo a memoria le favole che mia madre mi raccontava a ripetizione (dietro mia ossessiva richiesta) e ricordo perfettamente un pomeriggio di sole, con la luce obliqua che trapassava le imposte socchiuse, in cui ho raccontato Cappuccetto Rosso a tutti i miei compagni usando – corredate da apposito tono cavernoso - queste precise parole: Ma già un’ombra sinistra appariva sul muro
Lo so, lo so, nessuno di noi aveva la minima idea di cosa significasse “sinistra”. Ma faceva un gran bell’effetto.

** Perchè, core de mamma sua, essendo fondamentalmente un bambino ipercoccolato e non abituato a “perdere”, quando vede che una cosa non gli riesce bene butta tutto all’aria…

2 commenti:

  1. Ciao Francesca sono passata a vedere i timbrini di patate. Pwr i bimbi penso possa essere molto divertente.

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  2. :-) sì, lo è stato! ovviamente poi man mano che crescono vogliono figure più complesse... ci stiamo attrezzando per fare anche quelli!

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