venerdì 27 settembre 2013

DI PASTA E IDENTITA' SESSUALE

Da ieri è scoppiata on-line a polemica per le parole del signor Barilla a una trasmissione radio.
Non sto qui a ripetere le sue dichiarazioni (o meglio, le sue risposte alle - insistenti - domande dei cronisti) perchè potete trovarle benissimo ovunque, in rete, seguite da polemiche più o meno aspre e adeguatamente approfondite.
Non sto nemmeno a continuarle qui, quelle polemiche: non è il luogo adatto e sinceramente ho di meglio da fare. Se volete sapere come la penso leggete qui: sono solo poche righe ma, secondo me, limpide e chiare.
Volevo solo usare questo spazio per riflettere su una cosa.
E' possibile che tutto questo è nato per la pasta? Per la pubblicità di una pasta?
Quando compro e mangio un piatto di spaghetti vengono coinvolti i miei organi del gusto e della masticazione, il mio apparato digerente, ma assolutamente, in nessun modo la mia sfera e identità sessuale.
Compro una pasta e non - nonostante tutta la pubblicità che possono propinarmi - una famiglia o uno stile di vita.
Per dire: ho un paio di pantaloni da uomo. Anche adesso che scrivo. Mi piacevano e li ho comprati. E non mi è interessato se fossero in un reparto che non rispecchiava certo alla mia identità sessuale. Mi piacevano. Li ho comprati. Fine della storia.
E' vero: viviamo in una società in cui la sfera sessuale è sovraesposta dal punto di vista mediatico, in cui il sesso sembra essere al centro di tutto e anche per vendere una macchina - che nella mia idea dovrebbe essere: sicura, ecologica, spaziosa e meno costosa possibile - devono infilarci dentro una bella gnocca e alludere a cosa ci potresti fare, con lei, in quella macchina.
Ma, lasciando un attimo perdere gli ormoni e fermandoci a riflettere: sono così importanti, così qualificanti l'identità e la vita sessuale di una persona?
Quando mi presento ho mille aggettivi per descrivermi: alta, curiosa, sempre stanca, razionale, testarda, permalosa, freddolosa... Credo che "eterosessuale" sia alla fine della lista, se pure mi viene in mente.
Perchè dobbiamo tirare in ballo l'identità sessuale di una persona, di una famiglia anche quando stiamo parlando di quello che mangiano? A me non interessa se la famiglia Barilla sia etero o omogenitoriale.
Stiamo parlando di pasta, per cui mi interesserebbe molto di più sapere come li hanno cucinati, quei benedetti spaghetti che sembrano così buoni, dietro lo schermo.
Il resto è qualcosa di privato. Di intimo. E di serio.
Su cui sicuramente c'è molto da discutere e da legiferare.
Ma che non andrebbe tirato in ballo così, solo per polemizzare.

6 commenti:

  1. A me è piaciuto molto l'editoriale di Gramellini riguardo allo stesso argomento. Fermo restando che le opinioni di Barilla sono opinabili, non sarebbe meglio usare le nostre energie per indignarci quando non vengono riconosciuti pari diritti a tutti gli individui? La scelta di Barilla è una scelta puramente commerciale, avrà delle conseguenze, delle ricadute, ma resta una sua scelta. Quello che ci dovrebbe interessare è la qualità di quello che il signor Barilla produce e solo quello a mio avviso potrebbe essere il giusto motivo di un boicottaggio!

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    1. D'accordo al cento per cento e questo voleva essere il senso del post: stiamo parlando di pasta, per cui parlatemi di quella, delle sue caratteristiche eccetera. Non deve vendermi la famiglia, quella me la scelgo da sola. E fare tutto questo casino come se lui mi vendesse uno stile di vita mi sembra esagerato. Arrabbiamoci quando la discriminazione avviene su cose serie, su questioni che riguardano davvero diritti ed opportunità.Detesto arrabbiarmi, per cui facciamolo quando veramente è indispensabile, no?!? :-)

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  2. ho seguito la vicenda, leggendo il commento di un mio amico gay, offeso. quello che dite è molto sensato, il punto è che fino a quando i diritti di tutti non saranno riconosciuti è normale che ci sia una ipersensibilità sull'argomento. il mondo in cui viviamo, per quanto ingiusto, porta avanti l'idea che l'identità sessuale delle persone è di per sè pregiudicante, e questo - per i motivi che giustamente sostiene francesca - è una cosa molto grave. quindi penso sia normale che un'uscita infelice e stupida come quella del signor barilla susciti polemica e boicottaggi. è certamente un pò cretino boicottare per un'opinione, il fatto è che la sensibilità è alta e la società esprime in svariati modi il pregiudizio verso persone che hanno fatto scelte personali diverse dalla media...

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    1. Mi trovi totalmente d'accordo sul tema dei diritti, senza se e senza ma.
      Quello che mi domandavo però riguardava l'inizio della vicenda e cioè: perchè dei giornalisti dovrebbero insistere e insistere con le domande su fare o meno una pubblicità con famiglia gay, portando poi l'imprenditore in questione a un'uscita sicuramente personale e legittima - così come è legittimo il conseguente boicottaggio commerciale - ma sicuramente infelice e disastrosa dal punto di vista del marketing?
      Perchè, come giornalista, devi puntare l'attenzione solo sul tema sessualità quando, parlando di pasta, sarebbe stato molto più logico parlare d'altro, prima di tutto della qualità di quello che ci fanno mangiare o dell'impatto ambientale dei processi produttivi?!?
      Tutta la polemica che è seguita è la naturale conseguenza di una domanda stupida... io non credo che certi argomenti siano tabù, ma nemmeno che debbano essere sollevati anche quando non c'entrano assolutamente niente... parliamo di diritti e di pari opportunità non per cavolate, non per le comparse in spot pubblicitari, ma per cose un po' più sostanziali, dai...

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  3. d'accordo con te: giornalista tendenzioso e provocatorio e intervistato che si dà la zappa sui piedi...le conseguenze sono quello che possono essere ad oggi.

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