SONO GRATA

Sono grata per la neve, che è scesa a fiocchi grossi e abbondanti facendo sgranare gli occhi al mio bambino sorpreso, ma che il mattino dopo era scomparsa, discreta e generosa, permettendo loro di venirmi a prendere.

Sono grata per la gentilezza e la competenza, per tutte le persone che mi sono state intorno in questi tre giorni e che hanno subito l’assalto della mia paura, delle mie domande e delle mie lacrime, ma non hanno perso mai il sorriso e non mi hanno mai tolto la mano dalla spalla.

Sono grata per il dottore interventista che non ha voluto aspettare ma anche per quello attendista, che aveva un diabolico senso dell’umorismo e non capiva – o faceva finta di non capire – che quando ridevo mi si spaccava la pancia. A volta l'ironia può essere una vera maledizione, ma gli sono grata lo stesso.

Sono grata per la mia camera, buia e silenziosa, e per il mio letto con le lenzuola fresche di bucato, che mi hanno accolto come un abbraccio quando sono tornata a casa, dopo una notte insonne trascorsa tra la tosse, i bisogni fisiologici e i quaranta amici immaginari (tutti loquacissimi) delle mie compagne di stanza novantenni.

Sono grata per chi mi è stato vicino, per chi mi ha aiutato, per chi mi ha telefonato, per chi non si è offeso di averlo saputo all’ultimissimo momento o quando era tutto passato. Chi mi conosce sa bene che non mi piace essere compatita, che mi viene subito da piangere, e in questi giorni avevo già pianto troppo.

Sono grata per Valerio, che ha passato una notte d’inferno a dormire su una sedia, che ha ronzato preoccupato davanti alla sala operatoria, che non ha sentito una parola di quello che diceva il dottore per il puro sollievo di avermi vista uscire e che adesso mi dice che sono bella, anche se ho il colorito di una candela smunta e l’agilità di un’ultracentenaria.

Sono grata per i riccioli di Tommaso e per i suoi occhi grandi, ora che finalmente li vedo sorridenti e non più spaventati, come erano quando è venuto a trovarmi all’ospedale. Sono grata per essermi potuta alzare oggi, per andarlo a coccolare appena sveglio. So che in questi giorni ha pianto e mi ha cercato, al momento di dormire e di svegliarsi, e oggi finalmente ero lì. Proprio come dovrebbe essere.

Soprattutto, sono grata di essere viva. Perché con una gravidanza extra-uterina potevo anche rimanerci.

Ci sentiamo presto…

francesca