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domenica 2 dicembre 2012

CHRISTMAS TIME


Niente da fare, io adoro dicembre e il Natale.
Adoro le luci per le strade, il nostro albero da cui dondolano palline piccole piccole e pendagli di legno colorato.
Il freddo fuori e il caminetto acceso.
Il sapore morbido del panettone, che si scioglie in bocca lasciando un ricordo di cioccolato e arancia che si riaffaccerà malizioso per l’intera mattinata, facendomi sorridere.
Adoro il rosso e il bianco.
La cioccolata calda che mi scotta la lingua, perché non ce la faccio mai ad aspettare che si freddi per berla, lentamente, cucchiaino dopo cucchiaino.
Preparare i biscotti da distribuire ai vicini, con gli sbuffi di cacao che profumano l’aria, le nocciole croccanti e la farina di mais ruvida e densa che ha macinato mio nonno.
E guardare la pioggia scendere, con le mani e la bocca incollati al vetro.
La zuppa di zucca e quella di ceci.

Pensare ai regali, adesso che finalmente sono riuscita ad arrivare a un livello zen per cui i regali li faccio io, come voglio e solo a chi voglio, e non me ne frega niente se sono equivalenti o meno a quelli che fanno a me. Che i regali a me piace farli, più che riceverli.
Rincontrare gli amici. In qualche cena dove si parla fino allo sfinimento e si mangiano gli avanzi dei giorni precedenti, una girandola di sapori di case e cucine diverse.
Rincontrare i miei zii e i miei cugini, adesso che finalmente ne capisco il valore, il legame che ti unisce al di là della diversità di caratteri e di gusti. Che se c’è una parola specifica per indicare la famiglia, in tutte le lingue, un motivo ci sarà.
E mia nonna che mi dice di mettere la camicia sotto al maglione e di mangiare di più. E quando la bacio dice sempre che l’ho fregata o la sto per fregare, ma sorride.

Oggi Tommaso ha scoperto ed aperto la prima scatola del calendario dell’avvento, gridando eccitato al vedere il pesce e il pinguino, la stella e la balena.
Abbiamo dormito tutti sul divano, coperti da un plaid, mentre fuori era buio così presto e il cielo era scuro e pesante di pioggia.
E ci siamo fatti un tris di cioccolate calde, con uno sbuffo di panna sopra, come morbidi fiocchi di neve posati su nero velluto.
E, anche se il nostro albero è pronto già da domenica scorsa, è solo oggi che le sue luci mi sono sembrate più bianche e brillanti. E il Natale, anche quest’anno, più vicino. Ma più bello.

francesca

4 commenti:

  1. Poetico poetico questo post! Che mamma dolce che devi essere! Mi piace un sacco quello che hai scritto ed il calore come l'hai scritto. Sei fortunata sai?
    E il vostro albero è unico!
    Un bacio

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    1. no clara, sono molto molto meno dolce di come sembro... quando il nano fa "bleah" e risputa nel piatto la pasta, quando si fa la pipì addosso per due giorni consecutivi, quando entra nel bagno mentre mi sto facendo i fatti miei... sono tutte cose che fanno aumentare progressivamente la mia concentrazione salina... quando poi mi sveglia più di due volte per notte divento decisamente immangiabile!! :-P

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  2. Ho capito che mi tocca rassegnarmi: siamo state in qualche modo bizzarro e avventuroso separate alla nascita. Non so come altro spiegare questa coincidenza di vita ed emozioni. Leggevo il post e annuivo, annuivo e sorridevo... E adesso mi tocca pure pensarti quando mi scotto la lingua!
    Buon dicembre, amica mia! Godiamocelo che gennaio è decisamente antipatico (vero?)

    G.

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    1. :-) gennaio è incredibilmente antipatico. e inspiegabilmente lungo.
      su questa insolita separazione dalla nascita dovremo riflettere seriamente e cercare qualche accordo legale! :-P

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