Niente da
fare, io adoro dicembre e il Natale.
Adoro le
luci per le strade, il nostro albero da cui dondolano palline piccole piccole e
pendagli di legno colorato.
Il freddo
fuori e il caminetto acceso.
Il sapore
morbido del panettone, che si scioglie in bocca lasciando un ricordo di
cioccolato e arancia che si riaffaccerà malizioso per l’intera mattinata,
facendomi sorridere.
Adoro il
rosso e il bianco.
La
cioccolata calda che mi scotta la lingua, perché non ce la faccio mai ad
aspettare che si freddi per berla, lentamente, cucchiaino dopo cucchiaino.
Preparare i
biscotti da distribuire ai vicini, con gli sbuffi di cacao che profumano
l’aria, le nocciole croccanti e la farina di mais ruvida e densa che ha
macinato mio nonno.
E guardare
la pioggia scendere, con le mani e la bocca incollati al vetro.
Pensare ai regali, adesso che finalmente sono riuscita ad arrivare a un livello zen per cui i regali li faccio io, come voglio e solo a chi voglio, e non me ne frega niente se sono equivalenti o meno a quelli che fanno a me. Che i regali a me piace farli, più che riceverli.
Rincontrare
gli amici. In qualche cena dove si parla fino allo sfinimento e si mangiano gli
avanzi dei giorni precedenti, una girandola di sapori di case e cucine diverse.
Rincontrare
i miei zii e i miei cugini, adesso che finalmente ne capisco il valore, il
legame che ti unisce al di là della diversità di caratteri e di gusti. Che se
c’è una parola specifica per indicare la famiglia, in tutte le lingue, un
motivo ci sarà.
E mia nonna
che mi dice di mettere la camicia sotto al maglione e di mangiare di più. E quando
la bacio dice sempre che l’ho fregata o la sto per fregare, ma sorride.
Oggi Tommaso
ha scoperto ed aperto la prima scatola del calendario dell’avvento, gridando
eccitato al vedere il pesce e il pinguino, la stella e la balena.
Abbiamo
dormito tutti sul divano, coperti da un plaid, mentre fuori era buio così
presto e il cielo era scuro e pesante di pioggia.
E ci siamo
fatti un tris di cioccolate calde, con uno sbuffo di panna sopra, come morbidi
fiocchi di neve posati su nero velluto.
E, anche se
il nostro albero è pronto già da domenica scorsa, è solo oggi che le sue luci
mi sono sembrate più bianche e brillanti. E il Natale, anche quest’anno, più
vicino. Ma più bello.
francesca
Poetico poetico questo post! Che mamma dolce che devi essere! Mi piace un sacco quello che hai scritto ed il calore come l'hai scritto. Sei fortunata sai?
RispondiEliminaE il vostro albero è unico!
Un bacio
no clara, sono molto molto meno dolce di come sembro... quando il nano fa "bleah" e risputa nel piatto la pasta, quando si fa la pipì addosso per due giorni consecutivi, quando entra nel bagno mentre mi sto facendo i fatti miei... sono tutte cose che fanno aumentare progressivamente la mia concentrazione salina... quando poi mi sveglia più di due volte per notte divento decisamente immangiabile!! :-P
EliminaHo capito che mi tocca rassegnarmi: siamo state in qualche modo bizzarro e avventuroso separate alla nascita. Non so come altro spiegare questa coincidenza di vita ed emozioni. Leggevo il post e annuivo, annuivo e sorridevo... E adesso mi tocca pure pensarti quando mi scotto la lingua!
RispondiEliminaBuon dicembre, amica mia! Godiamocelo che gennaio è decisamente antipatico (vero?)
G.
:-) gennaio è incredibilmente antipatico. e inspiegabilmente lungo.
Eliminasu questa insolita separazione dalla nascita dovremo riflettere seriamente e cercare qualche accordo legale! :-P