venerdì 15 giugno 2012

Into the WILD (si fa per dire): INTARSI SU LEGNO


Di me e V. ci sono due cose da dire (in realtà ce ne sono molte, ma in questa sede ne diremo due).
Una è che la chiacchierona della coppia sono io, sono io quella che parla parla parla, tanto e veloce, anche se posso dire di essere migliorata dai tempi del liceo e di aver compreso gli innumerevoli vantaggi del tenere ogni tanto la bocca chiusa*. Valerio invece è il classico tipo non timido ma nemmeno esuberante e che, rispetto a me, finisce sempre per sembrare di poche parole**.
La seconda è che io ho un livello di attenzione per il mondo che mi circonda pari a zero. Del tipo che per accorgermi che c’è un fagiano sul ciglio della strada quello dovrebbe mettersi davanti alle ruote a ballare la samba, possibilmente farsi investire, e allora forse lo noterei. La maggior parte delle volte, quando andiamo in giro, io guardo il paesaggio ma non lo vedo, perché mi basta un particolare, un suono, e allora mi faccio tutto un viaggio mentale in altri posti e in altre storie, perdendomi completamente quello che mi passa davvero davanti agli occhi. Valerio invece, forse per carattere forse per deformazione professionale, il paesaggio lo nota eccome.
Questa premessa è per dire che, quando riesco a stare zitta e far parlare Valerio, scopro e vedo un sacco di cose nuove, che erano lì, proprio a un palmo dal mio naso e che solo lui ha visto. E che guarda caso sa spiegarmi. Come queste.


Trattasi non di “forme-buffe-su-legno”, come le avevo etichettate io dopo poco più che un'occhiata superficiale, ma dei tunnel scavati dagli scolitidi, mamma e figli.
Pensate la corteccia tutto intorno al tronco. Ecco. Mamma scolitide fa un buchino nella corteccia e scava un tunnel lì sotto. Lo riempie ordinatamente di uova (nel senso che le distanzia una dall’altra e “le orienta” in direzioni diverse), torna indietro e se ne va. Gli scolitidi junior - alias dei bacarozzi bianchi e molli - nascono affamati da morire e iniziano subito a rosicchiare il legno, scavando ognuno un tunnel e allontanandosi da quello centrale. Senza mai incrociarsi e ostacolarsi tra loro. Alla fine, quando sono cresciuti abbastanza, scavano verso l’alto, attraverso la corteccia, ed escono sotto forma di scolitidi adulti - che sarebbero una specie di coleotteri dai colori vari.
In un albero vivo e ben coperto di corteccia si vedrebbe un buco centrale più grande (dove è entrata mammina) circondato da tanti buchini più piccoli (dove sono usciti i figlioli).
In un albero ormai caduto e sbiancato dalle onde, come quello che abbiamo incontrato nella nostra passeggiata sulla spiaggia, quello che si vede è questo.


E quindi no, cara Fra, questi non sono simpatici-ventaglietti-che-chissà-perchè-ci-sono, sono il lavoro paziente e accurato di una mamma che, benché scarsamente dotata di senso materno come lo intendiamo noi e indisponibile a cure parentali, ha costruito una tana calda e comoda per le sue uova, gli ha permesso di schiudersi in tutta sicurezza e si è assicurata che i suoi figli avessero i mezzi e le possibilità per crescere e diventare grandi e prendere ognuno la sua strada.
Insomma, stringendo e semplificando, è esattamente quello che stai facendo tu. E forse anche la tua storia, vista dall’alto, avrà esattamente questa forma.

francesca (con la “consulenza scientifica” di valerio)

* Tipo che, se lasci sfogare le persone incavolate con te perché gli hai occupato il parcheggio per quindici minuti, senza ribattere troppo, il giorno dopo quelle persone saranno prese dal senso di colpa per averti aggredito e saranno disposte a farti ogni tipo di favori, dal comprarti il pane all’annaffiarti le piante quando sei in vacanza.
** Anzi, no. Forse è proprio timido. Oltre che troppo modesto. Comunque sia questo post, che avrebbe dovuto scrivere lui, l’ha fatto chiacchierare e scrivere a me. Riservandosi comunque il controllo e le correzioni finali. Nel caso probabile in cui avessi detto qualche sfrondone.

ps. Con questo post partecipiamo al Linky Party by Topogina

10 commenti:

  1. ma quanto mi piacciono i tuoi post? TANTISSIMO! questo è pure istruttivo (e quindi stra-grazie a Valerio e ai suoi mille mestieri).
    Grazie al link mi sono vista anche la pagina "su di noi" (ma è nuova vero? Dimmi che è recente, non è possibile che me la sia persa)i tuoi disegni mi piacciono un sacco....

    e poi...anch'io sono quella che chiacchiera un casino (e parlo, parlo, parlo) e lui invece parla poco e osserva.....abbiamo una convivenza/matrimonio...(insomma una cosa così) che dura ormai da più di trent'anni (e direi pure abbastanza bene....)per cui direi che l'accoppiata può ben funzionare
    <----abbraccio----->

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    1. :-) grazie, sei sempre molto gentile!!
      la pagina "su di noi" c'era dall'inizio, ma spesso le pagine lassù in alto non si notano, lo so!
      per quanto riguarda le accoppiate, direi che è la norma, che la donna chiacchieri di più, ma credo anche io che funzioni bene... se poi voi durate da trent'anni allora la prendo come una garanzia!!! :-P

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  2. Ma che carino questo post dolce dolce! Ecco, adesso ambisco a essere una mamma scolitide, pensa te...
    G.

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    1. no, dai, una mamma scolitide no... :-) sono veramente bruttine!!!!

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  3. Ma che bello! Ma sai che proprio non ne avevo mai sentito parlare? Che bello, grazie di questa spiegazione!!!

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    1. figurati... ora che lo sai sarà una ricerca continua e una soddisfazione notarli, quando vedi qualche tronco vecchio... io adesso ci sto attentissima (magari mi perdo altre cose ma... vabbè!) :-)

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  4. Ah-ha!!! Ma che forti che siete! Proprio una bella coppia!!! ;-)

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  5. io ho già commentato lassù in cima, qui mi prendo lo spazio per un
    <----------abbraccione----------->

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  6. Bellissimo post, complimenti!!!¨Anche io sono un po' distratta solitamente, ma sempre curiosa e alla ricerca di nuove cose da imparare...una l'ho imparata qui grazie!!!!!

    Sara

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  7. Ciao Francesca, intanto ti ringrazio per questa guida alla scoperta degli scolitidi, e poi grazie mille di aver partecipato al linky party con questo tuo articolo... era da un po' che mancavi.

    Un bacione,
    alex

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